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Claustrofobia legata a percezione alterata dello spazio

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Claustrofobia legata a percezione alterata dello spazio

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ansia e panico - 13/04/11

Ogni individuo si muove in una bolla protettiva chiamata dagli psicologi spazio personale. Ma questa bolla non ha per tutti la stessa dimensione. Le persone che proiettano troppo lontano il loro spazio personale, ossia che hanno una bolla troppo grande, hanno più probabilità di soffrire di claustrofobia (*).



Lo studio è uno dei primi ad analizzare gli aspetti percettivi di una comune fobia, la fobia degli spazi chiusi.

"Abbiamo trovato che le persone claustrofobiche hanno un senso esagerato dello spazio attorno a loro" dice S. Lourenco, a capo di un nuovo studio. "Non sappiamo ancora, tuttavia, se è la distorsione percettiva a causare la fobia o viceversa. Potrebbero esser vere entrambe le ipotesi".

Circa il 4% della popolazione è stimata come sofferente di claustrofobia, con attacchi di panico entrando nei tunnel o in ascensore. Alcune di loro cercano aiuti farmacologici per attenuare il disturbo.

"Comprendere i fattori legati alla claustrofobia potrebbe aiutare i clinici a mettere a punto nuove e più efficaci terapie" dice M. Longo, coautore della ricerca e psicologo a Birkbeck, università di Londra.

La paura del chiuso può iniziare con un evento traumatico, come restare imprigionati all'interno di un ascensore. "Sappiamo però che molte persone sperimentano eventi di questo tipo e non sviluppano la fobia" dice Lourenco. "Questo ci fa pensare che altri fattori devono esservi coinvolti. Ebbene, i nostri risultati mostrano una chiara correlazione fra claustrofobia e percezione spaziale".

Evidenze comportamentali e cerebrali mostrano che le persone trattano lo spazio compreso entro l'estensione del braccio in modo diverso da quello più lontano.

"Da un punto di vista adattivo ha senso essere più consapevoli dello spazio più vicino a noi, sia per motivi di utilità che di autodifesa. Ha anche senso aver paura di ciò che è troppo lontano lungo la dimensione verticale, dato che cadere potrebbe rivelarsi molto pericoloso."

Nel loro lavoro in corso d'opera, Lourenco e Longo stanno investigando le differenze individuali di percezione spaziale riguardo alla paura. A soggetti normali che non soffrono né di claustrofobia né di acrofobia (paura delle altezze) viene chiesto di stimare varie distanze.

Mentre i soggetti affetti da claustrofobia sottostimano le distanze orizzontali (le cose sembrano loro più vicine di quanto in realtà sono), gli acrofobici sovrastimano le distanze orizzontali (le cose sembrano più in basso/alto di quanto sono in realtà).

"Una possibilità suggestiva è che questi due tipi di fobia formino due estremi di un unico continuum spazio-percettivo" dice Lourenco.

Bibliografia:

S. F. Lourenco, M. R. Longo, T. Pathman. 2011. Near space and its relation to claustrophobic fear. Cognition.



(*) Il termine claustrofobia è quello usato colloquialmente, ma gli specialisti della salute mentale preferiscono fobia specifica o fobia situazionale._


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