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L'effetto camaleonte: davvero imitare i movimenti degli altri ci rende più piacevoli?

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L'effetto camaleonte: davvero imitare i movimenti degli altri ci rende più piacevoli?

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comunicazione - 28/02/11

Libri di self-help, manuali di persuasione e articoli di riviste patinate spesso suggeriscono che imitare i movimenti degli altri ci rende più gradevoli ai loro occhi. Ma sarà vero? Oppure l'imitazione è solo l'effetto di un'interazione sociale che sta procedendo bene?


Anche se per molto tempo si è sospettato che copiare il linguaggio del corpo degli altri aumentasse la nostra gradevolezza, l'ipotesi non è stata testata in modo rigoroso finché Chartrand e Bargh (1999) non hanno condotto una serie di esperimenti. Si posero tre domande:

PuntoL'imitazione avviene automaticamente, anche con gli estranei?
PuntoL'imitazione aumenta la gradevolezza?
PuntoLe persone empatiche esibiscono l'effetto camaleonte in misura maggiore?

(e inoltre: cos'ha tutto ciò a che vedere con l'ipnosi? Più avanti sull'argomento)

L'imitazione avviene automaticamente, anche con gli estranei?


Nel primo esperimento 78 partecipanti sono stati fatti chiacchierare con un compare degli sperimentatori, a cui era stato detto di variare i suoi manierismi in modo sistematico. Alcune volte sorridendo di più, altre toccandosi di più il viso e altre ancora dondolando di più il piede.

Risultati. Sì, i partecipanti hanno copiato il compare (per loro un estraneo) in modo naturale su tutte e tre le misure: tocco del viso, dondolio del piede e sorriso. Il tocco del viso è salito del 20%, ma l'aumento del dondolio del piede è salito del 50% quando i partecipanti sono stati ispirati da un altro "dondolatore".

L'imitazione aumenta la gradevolezza?


Nel secondo esperimento gli autori volevano vedere se tutto questo dondolare il piede e toccarsi il viso avessero un'utilità pratica o se fossero solo un sottoprodotto dell'interazione sociale.

Altri 78 partecipanti sono stati mandati in una stanza insieme a un estraneo (un altro compare degli sperimentatori) per discutere di una fotografia. Il compare ha imitato il comportamento di alcuni partecipanti, ma non di altri. Dopo ai partecipanti è stato chiesto quanto era loro piaciuto il compare con cui avevano chiacchierato e di attribuirgli un voto da 1 a 9.

Risultati. L'imitazione in effetti ha incrementato la gradevolezza. Quando il loro linguaggio non verbale veniva imitato, i partecipanti assegnavano al compare un voto medio di 6.62 per la gradevolezza e di 6.76 per la tranquillità. Quando non erano imitati i voti scendevano rispettivamente a 5.91 e 6.02. Si potrebbe obiettare che non è una differenza poi così grande, ma è pur sempre un effetto misurabile, che corrisponde a cambiamenti di comportamento così sottili che molti nemmeno riescono a notare.

Le persone empatiche mostrano l'effetto camaleonte in misura maggiore?


Siccome siamo tutti differenti, alcuni di noi esibiscono naturalmente livelli d'imitazione maggiori di altri. Ma quale potrebbe essere la predisposizione psicologica che favorisce tale comportamento?

Chartrand e Bargh hanno esaminato la disposizione ad assumere la prospettiva altrui.

A 55 studenti è stato chiesto di riempire un questionario che indagava la capacità di assumere prospettive diverse dalla propria e forniva una misura dell'empatia. Dopo sono stati fatti sedere di fronte a un compare che eseguiva gli stessi comportamenti d'imitazione già visti: dondolio del piede, sorriso, tocco del viso.

Risultati. I partecipanti con un livello alto di capacità di mettersi nei panni degli altri hanno mostrato un tocco del viso maggiore del 30% e un dondolio del piede maggiore del 50% rispetto agli altri. Le differenze di empatia, tuttavia, non hanno avuto alcun effetto, suggerendo così che l'imitazione sia probabilmente scatenata più dalla componente cognitiva della presa di prospettiva altrui che da quella emotiva dell'empatia.

Effetto camaleonte e ipnosi


Pare quindi che l'imitazione sia un comportamento che riscalda e facilita l'interazione sociale. Gli esperimenti appena visti suggeriscono che molti di noi lo fanno in certa misura e, come dicono le riviste patinate, incoraggia gli altri ad apprezzarci e a trovarci gradevoli.

Ma qual è la relazione fra rispecchiamento e ipnosi?

Un'influente teoria dell'ipnosi sostiene che in stato di trance la coscienza è indebolita e le suggestioni dell'ipnotista vengono eseguite automaticamente.

Questo appare un caso estremo di ciò che succede quando le persone rispecchiano il linguaggio non verbale dell'altro. In un certo senso, quando fra due persone c'è un reale feeling, avviene un allineamento armonico dei loro movimenti ed è come se si ipnotizzassero a vicenda.

Bibliografia:

Chartrand T, Bargh J A, 1999. The chameleon effect: The perception -  behavior link and social interaction. Journal of Personality and Social Psychology. Vol 76(6). 893-910

J. Dean. 2011. The Chameleon Effect.
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