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Dottori su Facebook: attenzione alla privacy

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Dottori su Facebook: attenzione alla privacy

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società - 03/01/11

I dottori che hanno un profilo su Facebook potrebbero compromettere la relazione medico-paziente usando in modo improprio la configurazione della privacy.

Uno studio ha analizzato l'uso di Facebook da parte di circa 200 medici francesi. Il 73% di loro (circa 3 su 4) ha dichiarato di possedere un profilo sul social network. Di questi, 8 su 10 hanno dichiarato di essere presenti sul sito da almeno un anno. Chi ha detto di avere un profilo aveva in media un'età leggermente più bassa di quelli che hanno detto di non averlo.

Il 24% (uno su 4) è presente sul sito più volte al giorno, ma il 49% (circa la metà) solo una volta al giorno o più volte la settimana. Il resto erano utenti poco frequenti.

Circa la metà crede che la relazione medico-paziente cambierebbe se i pazienti scoprissero che il loro dottore sta su Facebook. Ma 3 su 4 hanno detto che tale cambiamento avverrebbe solo se i pazienti avessero accesso al profilo del dottore.

Il 97% (quasi tutti) rende visibili su se stesso informazioni sufficienti per essere identificato, inclusi nome e data di nascita. Il 91% mostra la propria foto. Il 55% (poco più della metà) mostra i loro ultimi post e il 59% rende pubblica l'università nella quale aveva studiato.

Il 61% (circa la metà) ha dichiarato di aver ritoccato almeno uno dei parametri di privacy di default, ma il 17% non ricordava di averlo fatto. Quelli che erano presenti sul sito da meno di un anno dichiaravano di aver fatto meno attenzione alla privacy e nel limitare la visibilità dei contenuti del proprio profilo.

Alcuni dottori (6%) hanno ricevuto richieste d'amicizia da parte di loro pazienti, ma solo pochi l'hanno accettata. Gli autori dello studio sostengono che tale richiesta è destinata a diventare più frequente. Circa l'85% dei medici intervistati ha detto che avrebbe rifiutato la richiesta, ma il 15% (uno su 7) valuterebbe caso per caso.

Le ragioni date per accettare la richiesta di un paziente includevano sentimenti di affinità verso di loro e paura dell'imbarazzo o di perdere il paziente in caso di rifiuto.

La necessità di mantenere una distanza professionale o il sospetto che il paziente possa essere interessato a una relazione sentimentale sono invece state le principali ragioni addotte per motivare il rifiuto.

Dicono gli autori: "Questo tipo emergente d'interazione risulta in una situazione eticamente problematica, perché non riguarda in modo diretto la cura del paziente. Inoltre le informazioni disponibili al pubblico sulla vita privata del dottore possono minacciare la fiducia del paziente verso quest'ultimo, venendo a conoscenza di fatti che non lo riguardano. I dottori devono essere consapevoli che commenti e immagini pubblicate online possono essere interpretate male al di fuori del loro contesto originale e non riflettere esattamente le opinioni e i comportamenti dell'autore nella vita reale. Inoltre, tali informazioni potrebbero diventare accessibili a persone cui non erano destinate".

Bibliografia:

G. Moubarak, A. Guiot, Y. Benhamou, A. Benhamou, S. Hariri. 2010. Facebook activity of residents and fellows and its impact on the doctor-patient relationship. Journal of Medical Ethics.
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