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La forza nei discorsi da donna |
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Il sesso fa differenza, nel modo in cui parlano i politici e in cui si parla ai politici? Uno studio di psicolinguistica del 2007 analizza la trascrizione di cinque interviste a Bill e Hillary Clinton, ottenendo dati interessanti.
Il senso comune stabilisce che, per essere uomo o donna, fra le altre cose, è necessario parlare come uomo o come donna. Esaminando un manoscritto, spesso si riesce a capire se la persona che ci sta dietro appartiene all'uno o all'altro sesso. Storicamente, ad esempio, il linguaggio femminile è quello della non-forza.
Tuttavia, oggi molte più donne occupano posizioni di rilievo e potere, e potrebbero perciò esibire più caratteristiche maschili nel modo di esprimersi. Ad esempio, da Hillary Clinton ci si poteva aspettare che si esprimesse in modo abbastanza simile a Bill Clinton.
Nonostante ciò, lo studio mostra che Hillary continuava a seguire la designazione culturale assegnatale dal suo ruolo di donna, e a esprimersi con il linguaggio della non-forza.
La ricerca si è basata su degli indicatori verbali di genere tipici, come quello della forza/non-forza, e le cinque interviste vertevano su argomenti simili. È emerso che i Clinton si conformavano ampiamente ai loro rispettivi ruoli di genere in queste interviste.
È stato però anche osservato che molte delle differenze erano attribuibili
all'intervistatore e al suo sesso, più che a quello dell'intervistato.
Per esempio, se l'intervistatore aumentava l'uso della frase
you know ("lo sai"), Hillary ne diminuiva l'uso. Analogamente, Hillary veniva chiamata per nome dagli intervistatori uomini, mai da quelli femminili.
Anche se gli autori non affermano che lo studio sia esaustivo, hanno notato delle differenze significative fra uomini e donne - e fra intervistatori uomini e donne - riguardo all'impronta di genere nel modo di parlare.
Bibliografia:
C. Suleiman and D. O'Connell. 2007. Springer. The Power Of Speaking Ladylike._